Il concorso pubblico per l'assegnazione di un numero programmato di sedi notarili viene bandito ogni anno dal Ministero della Giustizia.

È previsto il limite di età di 50 anni e si può partecipare al concorso, consegnando tutti gli elaborati, solo per cinque volte, come modificato dal comma 496 della legge 27 dicembre 2017, n. 205, in vigore dal 1° gennaio 2018.

Per il concorso indetto prima dell’entrata in vigore della citata modifica (vedi G.U. n. 77 del 10 ottobre 2017), a parere del Consiglio Nazionale del Notariato, la norma non trova applicazione, non potendosi attribuire alla stessa, in assenza di previsione in merito, valenza retroattiva.

La prova si svolge a livello nazionale a Roma e si compone di due prove:

  • un esame scritto
  • un esame orale, al quale possono accedere solo quei candidati che abbiano superato il primo.  

La commissione 

La commissione esaminatrice (la stessa per esame scritto ed esame orale) è composta da:

  1. a) un magistrato di cassazione, con funzioni direttive superiori, che la presiede;
  2. b) un magistrato idoneo alla nomina in cassazione, con funzioni di vice presidente;
  3. c) sette magistrati con qualifica di magistrato di appello;
  4. d) sei professori universitari, ordinari o associati, che insegnino materie giuridiche; 
  5. e) nove notai che abbiano almeno dieci anni di anzianità nella professione.

Le materie del concorso

L'esame scritto si compone di tre prove teoriche-pratiche: 

  • un atto di ultima volontà (testamento) 
  • un atto tra vivi (diritto civile)
  • un atto tra vivi (diritto commerciale)

Le prove devono essere valutate nel loro complesso dalla commissione esaminatrice.

L'esame orale verte in tre distinte prove sui seguenti gruppi di materie:

  1. a) diritto civile, commerciale e volontaria giurisdizione, con particolare riguardo agli istituti giuridici in rapporto ai quali si esplica l'ufficio di notaio;
  2. b) disposizioni sull'ordinamento del Notariato e degli archivi notarili;
  3. c) disposizioni concernenti le imposte indirette; 

Al termine del concorso il Ministero di Giustizia stila la graduatoria dei candidati vincitori.

La nomina e l'assegnazione della sede

Ai vincitori del concorso, il Ministero di Giustizia assegna, in base alla graduatoria raggiunta, la sede presso la quale il neo notaio è tenuto ad avviare entro tre mesi uno studio (nel quale saranno obbligatoriamente depositati e conservati gli atti, i registri e i repertori notarili). Diversamente da quanto spesso si afferma, dunque, la funzione notarile non si trasmette ai figli e ne è prova che l’82.5% dei notai non è figlio di notaio.

L'assegnazione della sede e la nomina avvengono mediante decreto del Direttore Generale della Giustizia Civile del Ministero e sono pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale.

Al neo notaio sono forniti, dal Ministero di Giustizia, il sigillo e lo strumento per apporre la firma digitale. Per questo motivo il notaio deve depositare la propria firma autografa accompagnata dall'impronta del sigillo presso il Consiglio Notarile di appartenenza, che provvederà quindi a iscriverlo nel proprio ruolo.